- Prosegue, e si intensifica, la rincorsa delle banche centrali ad alzare aggressivamente i tassi d’interesse per piegare un’inflazione cocciutamente elevata in un contesto di shock di offerta: è lo Zugzwang dei guardiani della moneta, la situazione scacchistica in cui la mossa è obbligata ma l’esito negativo è certo.
- Anche se le previsioni indicano una frenata congiunturale in complesso piuttosto blanda, c’è motivo di preoccupato scetticismo perché la politica monetaria opera con ritardi sull’economia reale.
- Per l’Italia, alle prese con l’ennesimo “appuntamento elettorale col destino”, questo difficile contesto economico globale porta la novità di programmi elettorali che diventano carta straccia ancor prima dell’apertura delle urne.
Prosegue, e si intensifica, la rincorsa delle banche centrali ad alzare aggressivamente i tassi d’interesse per piegare un’inflazione che appare cocciutamente elevata. La Federal Reserve ha alzato per la terza volta consecutiva i tassi di 75 punti-base ma soprattutto ha mostrato, attraverso le sue previsioni economiche periodiche e l’ormai famigerato diagramma a punti (che indica le previsioni dei suoi membri sui tassi), che la strada della stretta è ancora lunga e dolorosa e che il cosiddetto



