- Un altro delitto è stato commesso in un luogo di culto: un assassino islamista è entrato nella cattedrale di Nizza e ha ripetuto lo scempio evocativo della decapitazione sul cadavere di una donna cristiana
- C’è un di più nell’uccidere chi prega, qualunque sia il credo. E lo si coglie se si prova ad intrecciare la lista di quelle carneficine, talmente numerose da rendere difficile l’elenco
- Ci vorrebbe un martirologio comune, nome per nome, per dire che davanti alla violenza credenti e non credenti siamo fratelli tutti e tutte sorelle, custodi del nome dei dimenticati e della voce del loro sangue
Un altro delitto è stato commesso in un luogo di culto: un assassino islamista è entrato nella cattedrale di Nizza, ha compiuto un massacro e ha ripetuto lo scempio evocativo della decapitazione sul cadavere di una donna cristiana. È facile presumere che nelle vele interiori di questo che a ora appare come un solitario abbia soffiato il vento della irresponsabile propaganda turca dopo l’uccisione di Samuel Paty; ma certo avere scelto una casa di preghiera per il proprio crimine iscrive il carne



