L’effetto Afghanistan

Detestavo la dottrina Bush di esportazione della democrazia, ma non mi riconosco in quella Biden

President Joe Biden walks up to speak from the East Room of the White House in Washington, Wednesday, Aug 18, 2021, on the COVID-19 response and vaccination program. U.S. health officials Wednesday announced plans to offer COVID-19 booster shots to all Americans to shore up their protection amid the surging delta variant and signs that the vaccines' effectiveness is falling. (AP Photo/Susan Walsh)
President Joe Biden walks up to speak from the East Room of the White House in Washington, Wednesday, Aug 18, 2021, on the COVID-19 response and vaccination program. U.S. health officials Wednesday announced plans to offer COVID-19 booster shots to all Americans to shore up their protection amid the surging delta variant and signs that the vaccines' effectiveness is falling. (AP Photo/Susan Walsh)
  • Negli ultimi venti anni, la strategia degli Stati Uniti in Afghanistan non è stata semplicemente quella di prevenire un altro attacco terroristico proveniente da islamisti di base in quel Paese, ma quella di esportare democrazia.
  • C’era nell’idea di promuovere un cambiamento di regime un errore di fondo: l’idea che la democrazia fosse una invenzione occidentale.
  • Il solo fatto che si sia pensato a lungo di esportarla lascia intendere che l’Occidente la consideri una sua proprietà intellettuale.

La mattina dell’11 settembre 2001 mi chiamò al telefono un’amica per dirmi che due aerei di linea americani si erano infilati nei grattacieli del World Trade Center. Ero arrivata da pochi mesi negli Stati Uniti per iniziare il dottorato di ricerca in Scienze Politiche. Un mese dopo il presidente George W.  Bush ordinò di attaccare l’Afghanistan dove i terroristi di Al Qaeda, protetti dal regime talebano, avevano le loro basi. In quegli anni, noi studenti di relazioni internazionali organizzam

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