- «Possiamo vederla, papà?», mi chiede Marinette riferendosi alla finale di coppa tra il Real Madrid e il Liverpool. Giunta sera, ci attrezziamo per vedere la finale di coppa, ma una sua frase mi tramortisce: «Tiferò la squadra in cui ci sono più femmine».
- In questi momenti il genitore è improvvisamente confrontato con la complessità del mondo sociale, investito dalla responsabilità di spiegare non soltanto come vanno le cose ma anche perché, e il perché del perché, e il perché del perché del perché.
- Le spiego che quella è la finale del calcio maschile, perché maschi e femmine partecipano a tornei differenti. A quel punto lei vorrebbe sapere perché guardiamo la finale dei maschi e non quella delle femmine.
Avete presente quei dibattiti noiosi sul linguaggio corretto da usare, sulle minoranze, sul ruolo della donna, sulla famiglia, sui valori, quei dibattiti che spesso ci fanno litigare e talvolta sembrano elucubrazioni astratte lontane dai veri problemi, qualunque essi siano? Ebbene, c’è una categoria di persone quotidianamente impegnata nella versione casalinga di un convegno di gender studies o di critical race theory: noi genitori. Peggio ancora se genitori di figlia femmina in una metropoli m



