- Offrire vantaggi professionali in relazione al genere, all’età, alla maternità può costituire un’ipotesi di discriminazione ai sensi del Codice delle pari opportunità, nonché un trattamento di dati personali che esula dai casi consentiti.
- Avere figli non è «un dovere scritto nel DNA», ma una scelta, e nel 2022 sembra assurdo ribadirlo. L’imprenditrice promuove stereotipi culturali purtroppo consolidati, anziché provare a ribaltarli.
- Le assenze per maternità possono essere un problema organizzativo per l’imprenditore. Ma l’alternativa è il crollo della natalità, che penalizza il Paese, imprenditori compresi. Franchi parla di carenze dello Stato: da imprenditrice potrebbe adoperarsi per colmarle, ad esempio con un asilo nido aziendale, anziché limitarsi a scartare le lavoratrici madri dai ruoli più rilevanti.
Sono ormai note le dichiarazioni di Elisabetta Franchi nel corso di un evento sulla presenza femminile nel settore della moda italiana. Al di là delle polemiche, le affermazioni dell’imprenditrice meritano di essere esaminate anche sulla base di norme e dati. Il congedo per maternità «Quando metti una donna in una carica importante, poi non ti puoi permettere di non vederla per due anni», ha dichiarato Franchi. Il congedo di maternità obbligatorio copre un arco di tempo pari a cinque mesi a



