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Poche donne nel governo: anche Draghi e Mattarella hanno una responsabilità

  • Con l’arrivo di Draghi si auspicava una maggiore presenza femminile nei ruoli decisionali del Governo. E non in base a quote di genere, ma come naturale riconoscimento di meriti e competenze trasversalmente diffusi.
  • L’apporto di esperienze diverse giova all’adozione di decisioni più ponderate, basate su prospettive differenti e rappresentative di varie istanze. Questo è il motivo sostanziale per promuovere la diversità in sedi deliberative, al di là di automatismi formali.
  • È vero che distorsioni all’interno dei partiti ostacolano la leadership femminile. Ma va rammentato che, ai sensi della Costituzione, la scelta dei ministri compete al Presidente del Consiglio. Il cambio di passo nella rappresentanza femminile in ruoli di governo non c’è stato.

Le polemiche per la composizione del nuovo governo, sbilanciata a favore della parte maschile, non accennano ad attenuarsi. Ci si aspettava che l’esordio di quest’esecutivo fosse l’occasione per segnare un mutamento di prospettiva circa il ruolo delle donne in sedi decisionali. La diversità ai vertici Con l’arrivo di Mario Draghi si auspicava che potesse finalmente essere conseguita una maggiore presenza femminile nei ruoli decisionali del governo. E non in base meccanismi automatici come q

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