il bivio di fronte a draghi

Chi tira troppo a campare finisce per tirare le cuoia

Foto LaPresse
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  • Il dilemma mescola e aggroviglia scelte fondamentali, propensioni caratteriali, tecniche di governo e concrete possibilità di manovra. E oggi sembra gonfiarsi della differenza che corre tra la drammaticità dei problemi che abbiamo di fronte e la disinvoltura che la politica certe volte riserva a sé stessa.
  • Quando si oltrepassa quella sottile linea rossa che separa la stanchezza dalla paralisi diventa opportuno alzare la soglia di rischio anche a spese della propria tranquillità politica.
  • Draghi si trova oggi precisamente a quel bivio. Può cercare di salvaguardare la sua figura politicamente aliena oppure può cercare di puntellare l’equilibrio della sua compagine mettendo a rischio quel che resta della sua aura.

Se sia meglio “tirare a campare” piuttosto che “tirare le cuoia” è un vecchio argomento politico che si trascina da un bel po’ d’anni. Precisamente dal 1991, quando Ciriaco De Mita accusò Giulio Andreotti, per l’appunto, di barcamenarsi un po’ troppo e l’altro gli rispose che ad essere eccessivamente avventurosi si rischiava l’osso del collo. Quelle due espressioni sopravvissero all’uno e all’altro (e anche all’intera Dc), e di tanto in tanto ritornano attuali. Tanto più oggi, a proposito di Ma

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