Da settimane il fronte orientale viene messo sotto pressione da velivoli sospetti e sconfinamenti aerei. Si tratta, molto probabilmente, della strategia della destabilizzazione di un’area con strumenti ibridi, un grande classico della dottrina della politica estera russa. L’importante è che l’Europa eviti di cadere nella trappola
Sono settimane di fibrillazione sul fronte orientale, costantemente “under pressure” per la presenza di droni in aree strategiche o di rilevanza infrastrutturale e per lo sconfinamento di velivoli di combattimento russi. Non è la prima volta che accade nel 2025, ma non vi è mai stata una reazione di allerta così esplicita da parte dei leader europei. Il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha detto che «non siamo in guerra, ma neppure in pace» e il commissario europeo alla Difesa, Andreas Kubilius



