- Mentre gli eventi ci inducono a mettere in discussione la stessa possibilità storica di “esportare la democrazia”, intanto dobbiamo espiantarla.
- Infatti la democrazia di una modernità invasiva ha significato insediare amministratori, tecnici, insegnanti, impiegati, traduttori, ed ora cerchiamo di portarli via. Non era mai successo, ed è da dubitare che sia possibile.
- Ma una volta superata l'emergenza, il problema sarà un altro. Nel tornare in patria, insieme agli espiantati dovremo anche portare con noi stato di diritto libertà eguaglianza democrazia e parità di generi?
Proclamato il regno d'Italia nel marzo 1861, il 2 agosto Massimo D'Azeglio scriveva a Carlo Matteucci: «Noi siamo proceduti innanzi dicendo che i governi non consentiti dai popoli erano illegittimi (…) A Napoli noi abbiamo altresì cacciato il Sovrano per istabilire un governo fondato sul consenso universale. Ma ci vogliono, e sembra che ciò non basti per contenere il regno, sessanta battaglioni; ed è notorio che, briganti o non briganti, niuno vuol saperne. Ma si dirà: e il suffragio universale



