Qualche giorno fa Papa Francesco, in un accorato appello molto simile ad una campagna pro-natalità anni ‘50, ha detto che le persone oggi preferiscono avere animali domestici invece che fare figli, e questo «toglie umanità». 

Ora, io non voglio certo contraddire il papa, anche perché si sa che il Santo Padre può essere contraddetto solo da se stesso, da Dio, e da Lady Gaga, però innanzitutto non capisco come le due cose possano essere in relazione. 

In che modo avere animali domestici impedirebbe alle persone di procreare? Forse lo sguardo curioso di Bobby, il carlino di casa, che ti guarda durante l’amplesso crea una qualche forma di inibizione all’eiaculazione. Dovrei approfondire.

Ma ciò che al Santo Padre probabilmente è sfuggito è che, in tempi di pandemia, avere animali domestici è da ogni punto di vista preferibile all’avere figli.

Ecco perché:

Gli animali domestici non hanno bisogno di alcun istruzione. Tranne quella che prevede l’apprendimento dell’unica regola  obbligatoria per convivere con gli umani: non cagare sul divano. Per il resto non necessitano di frequentare nessuna scuola il che significa, con certezza matematica, che nessun animale domestico avrà mai bisogno della Dad. A differenza invece di qualunque bambino/bambina in età scolare in questi anni.

Non avere figli in questo momento storico quindi salva i fortunati "non genitori” da interminabili mattinate di urla, attese, connessioni che non funzionano, “mi sentite?”, e da mortali pomeriggi in cui tenere occupati esseri con le dimensioni di un cane ma con il bisogno di movimento del diavoletto della Tasmania.

Gli animali domestici non devono fare tamponi per il covid 19. E già per questo la loro esistenza è migliore della nostra. I bambini, invece, sì. Coloro che hanno quindi preferito i cani, i gatti o i conigli, ai figli, non perderanno quindi interminabili ore della propria vita in fila in macchina per infilare un bastoncino di plastica nel naso di un minorenne urlante e dover ripetere l’operazione ogni due giorni fino all’esaurimento di ogni propria energia vitale.

Nella non auspicabile ipotesi che si torni in lockdown ricordiamo che a marzo 2020 portare fuori il cane era l’unico motivo – oltre alla spesa – grazie al quale si potesse uscire. Questo dimostra che, in tempi di pandemia, avere un animale in casa è come un’assicurazione sulla vita, anzi, un’assicurazione sulla passeggiata.

Un animale domestico non ha un futuro lavorativo di cui preoccuparsi. Non dovrete quindi guardarlo con senso di colpa ogni giorno per averlo generato in un mondo dove dilaga la disoccupazione giovanile, la bolletta mensile costa quanto un panfilo, e l’umanità si sta lentamente estinguendo tra atroci sofferenze.

Il massimo senso di colpa da cui potrete essere attanagliati con un animale domestico è quello di avergli dato delle crocchette che facevano cagare, perché le avete prese in offerta al discount.

Un animale domestico non parla, non risponde, non argomenta e soprattutto non sta su internet. Con l’animale domestico quindi non correrete mai il rischio che un giorno vi accusi mai di essere conniventi con i poteri forti. E la consolazione di aver evitato, nella vita, almeno il rischio di ritrovarsi in casa un figlio complottista vale più del Regno dei Cieli.

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