Educare al maschile: capire la manosfera per salvare una generazione

Il funesto fenomeno dei femminicidi prosegue con un ritmo angosciante. Il lavoro da fare per fermarlo sembra che soverchi la nostra società e le società del mondo. Una goccia nel mare può essere continuare a parlare dei fattori di rischio per il verificarsi di questi atti indegni. Negli articoli precedenti abbiamo visto come per i minori accesso alla pornografia e utilizzo precoce del sexting possano favorire le condizioni che predispongono al femminicidio: 1) oggettivazione della donna: la donna che viene disumanizzata e relegata al ruolo di oggetto-corpo e 2) incapacità di tollerare il rifiuto: l’uomo che si sente padrone della donna e non ne considera il consenso. Oltre a questi fenomeni, esiste un altro pericolo poco visibile ma in forte espansione: la manosfera (dall’inglese manosphere). Il significato nascosto degli emoji degli adolescenti Nata nel sottobosco della rete con gruppuscoli di uomini (o sedicenti tali) che inneggiavano alla supremazia del genere maschile ed all’odio verso le donne, la manosfera è cresciuta divenendo una sorta di movimento transnazionale che contiene frange diverse con sigle che non citerò per evitare una inutile pubblicità. Al momento è difficile quantificare il numero dei partecipanti o di quanti ne siano venuti a contatto in Italia o nel resto del mondo. Tuttavia, un recente lavoro pubblicato su Child and Adolescent Mental Health ci dice che sono gli adolescenti a essere maggiormente attratti e influenzati da questi contenuti. La manosfera offre loro una narrazione potente: l’idea di un maschile espropriato della sua “supremazia” che ha come unica salvezza il recupero del proprio status e del controllo sul mondo femminile. In altre parole, possiamo definire la manosfera come una sorta di pedagogia del risentimento, che trova un senso distorto alla frustrazione e fornisce colpevoli riconoscibili: le donne. Le “streghe” sono tornate: quella paura degli uomini di fronte al potere femminile Un recente articolo pubblicato su Archives of Sexual Behavior riconosce alla base della crescita della Manosfera due fattori principali: 1) l’antifemminismo (una visione distorta del movimento che avrebbe avuto come fine la sottomissione del genere maschile) e 2) il credo che le donne hanno una natura manipolativa geneticamente determinata (una visione che vedrebbe la donna avere come unico fine la vittoria sull’uomo). In questo contesto delirante prende spazio, a conferma del credo manosferico, l’ipergamia (dall’inglese hypergamy): la tendenza delle donne a scegliere partner di uno status sociale, economico o di potere superiore al proprio. Le conseguenze della diffusione di questi contenuti sono già visibili. Ad esempio, un lavoro su un gruppo di adolescenti inglesi ha dimostrato che il 50 per cento è d’accordo con l’affermazione che “il femminismo era andato troppo oltre”. Inoltre, sono già stati collegati alla diffusione della manosfera episodi di molestie e violenza contro le donne. Dobbiamo ricordare che i gruppi che possiamo definire “estremisti” sono una minoranza (sebbene ancora non quantificata). Tuttavia, per un adolescente che può entrare in contatto con contenuti violenti contro le donne anche solo per caso, a volte può bastare un video virale per cambiare la visione delle relazioni, del sesso e delle donne. Come tutti i fenomeni che nascono e crescono nel mondo virtuale, non è semplice porre un limite. Basti pensare alla lodevole iniziativa dell’Agcom che avrebbe dovuto portare dal 12 novembre scorso al blocco dell’accesso per i minori a materiale pornografico. Avanguardia reazionaria, se la manosfera è diventata un modello A tutt’oggi non sono chiari i tempi della messa in regola delle piattaforme. Senza dimenticare quello che possono fare istituzioni e scuola, una strada dovrebbe essere quella di una maggiore consapevolezza delle famiglie dei rischi della rete. Si tratta di dare ai nostri ragazzi la possibilità di diventare uomini senza dover odiare nessuno. L’antidoto non è la censura: è la conoscenza e la cultura dei sentimenti. È una promessa alternativa al potere sulle donne che parli di dignità e rispetto. Una promessa che parli d’amore.