- Dove la stampa, la tv e i mass media hanno editori responsabili, in internet s’è creato un buco colossale.
- Ma da nessuna parte è scritto che i social non possano essere considerati responsabili quando ci mettono del loro selezionando, influenzando e dopando in vari modi il testo postato da un utente oppure accettando l’attività di account anonimi.
- Se questo fosse chiarito potrebbero correre liberi e a rischio proprio i comuni leoni da tastiera, senza eccitare tentazioni di censura
La pioggia d’odio e di parole senza senso che viene sparsa sul globo a mezzo social sembra sia colpa di una norma americana, il Communication Decency Act del 1996, sezione 230, che per spianare la strada al novello business di Internet assimilò gli organizzatori di servizi interattivi (i Google, Facebook e compagnia dell’oggi) all’edicolante dietro l’angolo che ospita i giornali, ma non risponde del loro contenuto. Col che si dava il via alla bizzarra situazione per cui, dove la stampa, la tv



