La confusione sul Green Pass

Forzare il diritto per contrastare la pandemia non è una buona soluzione

  • Dopo la FAQ del governo che, diversi giorni dopo le norme sul “green pass”, le ha interpretate nel senso dell’obbligatorietà anche per le mense aziendali, Confindustria ha a propria volta interpretato la FAQ, sollevando criticità ulteriori: ad esempio, non si potrebbe mangiare nei locali refettorio.
  • La certificazione verde nasce per fini – accessi saltuari a luoghi e attività - diversi dall’entrata giornaliera in posti di lavoro, come previsto per le scuole dal 1° settembre. Ciò crea problemi di vario tipo, risolvibili con l’imposizione di un obbligo in via diretta al personale scolastico, come per quello sanitario.
  • Confindustria propone l’introduzione di un obbligo vaccinale nei luoghi di lavoro mediante una modifica del Protocollo governo-parti sociali. La soluzione, non unanimemente condivisa sul piano del diritto, rappresenta ancora una volta una scorciatoia rispetto a un obbligo sancito per legge.

Da una forzatura spesso derivano forzature ulteriori. L’uso della certificazione digitale Covid-19 non solo per l’entrata saltuaria in teatri, ristoranti e posti similari, ma anche per l’accesso quotidiano in luoghi di lavoro o mense aziendali, rappresenta la distorsione di uno strumento concepito a fini diversi. Anche la previsione dell’obbligo di vaccino con un atto negoziale, come suggerito giorni fa dal presidente della Confindustria Carlo Bonomi, solleva perplessità. Confindustria e le m

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