GameStop è una società che vende giochi e va male; a Settembre entra nel capitale Rob Cohen, titolare di un sito che vende cibo per animali domestici.

Si presenta dicendo di voler costruire la nuova Amazon, ma per ora pare stia solo comprando giochi usati per rivenderli più cari. Il titolo sale a 12 dollari, valore eccessivo per molti analisti; entrano in scena gli shortisti, operatori che non possiedono quel titolo ma se lo fanno prestare da chi lo ha, pagandogli una commissione.

Quando hanno in mano l'azione, presa a prestito, la vendono al prezzo del momento, ritenuto eccessivo; dovranno sempre restituire l'azione a chi glie l'ha prestata, ma contano di farlo quando il titolo sarà sceso abbastanza da dare un buon margine fra la precedente vendita e il successivo acquisto.

L'azione degli shortisti ha però provocato una reazione; incoraggiato dalle aggressive politiche commerciali delle nuove piattaforme di trading come Robinhood - che spesso permettono ai clienti di operare gratis (i soldi vengono da altre fonti, come la cessione di dati) - un esercito di smanettoni si è coordinato, decidendo di punire la speculazione e correndo a comprare il titolo GameStop, oggi oscillante fra i 250 e i 350 dollari.

Secondo Massimo Gaggi sul Corriere della Sera, vogliono abbattere i poteri forti di Wall Street, colpire uno per educarne cento.

Alcuni ci vedono uno scontro fra la finanza spadroneggiante e la generazione Z, decisa a combatterla riducendola al ruolo che le spetta, servente rispetto all'economia a alla società. Le nuove guerre, dicono, non si combattono con le armi ma con l'economia; gli speculatori sono stati battuti in breccia. Giusto? Beh, vediamo.

A cosa servono gli shortisti

Per iniziare, gli shortisti non piacciono perché vendono qualcosa che ancora non posseggono. È vero, sono speculatori, ma svolgono, certo senza farne lo scopo delle loro azioni, una funzione utile: ripuliscono la foresta, o tolgono di mezzo i cadaveri come le iene, animali certo non amati.

Va aggiunto che essi molto rischiano, perché la loro perdita potenziale è in teoria infinita: chi avesse shortato Amazon alla quotazione a 18 dollari per azione incassando 100 mila dollari nel 1997 e non avesse mai acquistato azioni per coprire la posizione, dovrebbe oggi sborsare 160 milioni di dollari per farlo.

Nell'estate del 2020 è esploso lo scandalo di Wirecard, impresa tedesca che processa i pagamenti, crollata anche per l'azione di alcuni shortisti.

Questi furono messi sotto accusa dalla Bafin, l'autorità nazionale di sorveglianza dei mercati, con una decisione di cui essa s'è poi amaramente pentita. Il caso ha infatti portato alla luce anche le sue lasche norme interne; alcuni funzionari possedevano titoli Wirecard quando Bafin puniva gli shortisti.

Anche l'esercito di chi è corso a salvare Cohen non è proprio quel che sembra. Se l'azione degli shortisti vuol deprimere il corso di un titolo per guadagnarci, la reazione di questi salvatori è decisa a farlo salire.

Essi ammantano la propria azione di un nobile fine sociale, punire gli speculatori, ma anch'essi (come chiunque acquisti o venda azioni) sta speculando, solo in senso avverso ai primi.

Nel 2020 uscì il film Boiler room, intitolato A un Km da wall Street in Italia; narrava di un gruppo di giovani che in un locale adatto a contenere una caldaia (onde il titolo) lavora su titoli con poche transazioni in acquisto e in vendita, i cui valori erano quindi facilmente manovrabili con la tecnica pump and dump, pompa e getta. Un'aggressiva campagna di marketing spingeva un titolo, facendo incassare lauti guadagni ai primi investitori; ad un certo punto il pallone si sgonfiava e agli ultimi arrivati restava il classico cerino acceso.

Questi smanettoni non si propongono certo di fare lo stesso, ma la loro azione potrebbe avere esiti simili: se i valori di GameStop sono saliti tanto, è probabile che molto dovranno scendere.

Quando i salvatori faranno due conti, decideranno di averne abbastanza; non saranno loro untorelli a spiantare Wall Street. E molti si faranno male.

Neofiti a rischio

Anche gli shortisti possono farsi molto male ma sono investitori professionali; gli smanettoni sono invece neofiti, attratti dalla possibilità di unire l'utile (guadagno) al dilettevole (sberleffo alla finanza). Essi possono però farsi molto più male degli altri, in rapporto alle loro sostanze e competenze. Difficile che essi abbiano esaminato GameStop o altri titoli shortati e deciso che l'andamento aziendale ne giustifica la congrua rivalutazione.

La loro azione, apertamente coordinata, ricorda i ragazzi di Boiler room, non per le motivazioni, ma per il probabile esito concreto delle loro azioni.

In questa storia i buoni non ci sono proprio. La Securities & Exchange Commission (Sec), che controlla i mercati finanziari americani, finora non è intervenuta. Probabilmente teme di apparire come sostenitrice dei poco simpatici shortisti, ma certamente essa guarda a questi smanettoni con crescente apprensione; pensa certo ai ragazzacci di Boiler room.

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