l’intervento

Giustizia, un referendum per fermare la controriforma

La ministra della Famiglia Eugenia Roccella, il ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani ed il ministro della Giustizia Carlo Nordio festeggiano il risultato del voto finale del disegno di legge costituzionale sulla riforma della magistratura per la separazione della carriere
La ministra della Famiglia Eugenia Roccella, il ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani ed il ministro della Giustizia Carlo Nordio festeggiano il risultato del voto finale del disegno di legge costituzionale sulla riforma della magistratura per la separazione della carriere

Il più sincero allarme verso la riforma voluta dal governo Meloni nasce dalla convinzione che essa muova in direzione opposta a quanto auspicato dalle più complete teorie del diritto. Alla fine, però, su tutto ciò saranno gli italiani a esprimersi in una consultazione che ci vedrà impegnati per arginare la logica muscolare che ha visto questa maggioranza manomettere pezzi della carta costituzionale

Tra le immagini indecorose della legislatura rimarrà un viceministro alla Giustizia impiantato da ore sui banchi del governo che celebra la separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri agitando i pugni come un adolescente allo stadio. Si dirà, poco male, in fondo c’è di peggio. Ma quella gazzarra inscenata da scranni che dovrebbero astenersi dall’alzare il sopracciglio, qualcosa ha confermato di una destra ubriaca di sé. Per le opposizioni era stato imbarazzante ripetere concetti

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