Alcuni giorni fa ho scritto, su Twitter: «Mi sembra che i bambini diano fastidio a troppe persone. Forse queste persone sono nate adulte». Il tweet ha iniziato subito a circolare rapidamente, raccogliendo reazioni positive ma anche commenti rabbiosi che ho trovato interessanti.

Da piccola mi resi conto molto presto che esistono adulti che non sopportano i bambini: la letteratura infantile, i film, i cartoni sono popolati da personaggi di quel tipo. La questione mi colpì sin da allora perché mi sembrò contraddittoria.

Pensai: se odi i bambini, odi te stesso, perché tutti siamo stati bambini, quindi odiare i bambini non ha senso. Il ragionamento precedente è molto razionale, quel razionalismo infantile che ipotizza che tutti vogliano bene a sé stessi, e che si comportino di conseguenza.

Il ragionamento dunque non tiene conto dell’illogicità che permea il comportamento umano. Non solo. Esistono persone che vogliono bene a sé stesse, eccome, eppure non reggono la presenza dei bambini.

Tutti maleducati?

Un numero consistente di commenti che ho ricevuto al tweet riguarda il fatto che i bambini di oggi siano insopportabili perché maleducati. Dunque, in realtà, gli insopportabili sono i genitori, incapaci di insegnare le regole del buon comportamento. Ma c’è di più.

I genitori di oggi sarebbero peggio di quelli del passato perché pretenderebbero di portare i bambini in luoghi e situazioni inadatte, per esempio al ristorante. O in treno, o in aereo, o in qualsiasi spazio che non sia specificamente concepito per la presenza dei piccoli. Esisterebbero genitori che vogliono fare la bella vita e dunque si tirano dietro i figli.

Genitori che bevono aperitivi, mangiano ostriche, viaggiano sull’Orient Express mentre la loro prole urla disturbando gli altri. «Neonati che strillano come un maiale sgozzato»: questo me l’ha scritto una persona su Twitter, come se i neonati potessero modulare il proprio modo di piangere. Per i neonati il pianto è in realtà uno strumento di comunicazione.

Che esistano bambini urlanti nei luoghi pubblici comunque è un fatto, anche se, sarò onesta, a me non danno fastidio. Forse ho le orecchie foderate.

Anche quando ero giovanissima e prendevo molti aerei per lavoro, e dovevo lavorare in viaggio, i bambini non mi davano fastidio. Il suono del pianto, le voci acute non mi creano stress, se non sono io a dovermi occupare del bambino.

Se sono i miei figli un po’ di stress lo provo, perché devo risolvere la situazione. Ma se sono i figli degli altri, no. Mi disturbano di più le conversazioni adulte ad alta voce. E anche lì non è un vero disturbo, è che sono curiosa e finisco per ascoltare, addirittura per prendere appunti. È incredibile cosa riescano a dire gli estranei in un luogo pubblico. Ma non divaghiamo.

Genitori egoisti?

L’idea del genitore che porta i bambini al ristorante per divertirsi egoisticamente è distante dalla realtà che conosco. Chi ha bambini piccoli in verità non impazzisce all’idea di portarli al ristorante, perché farlo è pesante.

Lo si fa perché magari non ci sono alternative, per esempio fai una gita e a un certo punto devi pur mangiare, e non sempre hai voglia di preparare pranzi al sacco.

Lo si fa perché a volte sei stufa di mangiare sempre a casa, e hai bisogno di un attimo di leggerezza. (Che poi non sarà un attimo di leggerezza, perché il bambino al ristorante si stuferà. Però ci provi. Speri. Sei ottimista).

Quanto ai viaggi, non è certo pensabile che una famiglia con figli decida di non prendere mezzi pubblici fino a quando i bambini sono grandi.

A volte è necessario. A volte vuoi. Non puoi certo stare rinchiusa tutto l’anno in casa. Non puoi certo affrontare sempre viaggi di quindici ore in macchina quando puoi prendere un aereo di un’ora.

Veniamo alla maleducazione. «I bambini sono incivili perché i loro genitori li educano male, essendo confusi ed egoisti».

Oggi di certo non esiste più la comunità che curava e teneva d’occhio i figli di tutti, non esiste il mondo dei cortili e delle cascine, non esistono le madri che sgridano i figli degli altri, sicure di fare la cosa giusta e di essere apprezzate per la loro vigilanza. Oggi se sgridi il figlio di altri scatta la rissa.

Ognuno sta solo nella sua bolla e la protegge, e non accetta critiche e intralci. Ma questo, che è il vero germe dell’inciviltà, vale per tutti.

Vale per chi ha figli e sembra sperduto, mancandogli un riferimento comunitario, vale per chi non sopporta i bambini e non concepisce che il loro suono sia presente nella realtà che frequenta.

Nascono le faide, non perché viviamo nell’epoca delle polemiche, ma perché la formula di vita ormai prevalente, l’unica concepibile, è l’isolamento e la difesa strenua del proprio spazio.

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