La separazione delle carriere, collocando pm e giudice su piani diversi, mira a far sentire il cittadino più tutelato. Ma come si sentirà il cittadino quando vedrà rafforzata la posizione di un pm che già oggi si avvale della polizia giudiziaria, ne dirige l’attività d’indagine e gode di una discrezionalità di fatto nelle priorità investigative e nelle scelte di esercizio dell’azione penale?
La riforma costituzionale della magistratura interviene su uno dei nodi più sensibili dell’ordinamento giudiziario. Nel solco del processo accusatorio introdotto con la riforma Vassalli, si stabilisce che pubblico ministero e giudice seguano carriere distinte. Da un lato chi esercita l’azione penale, dall’altro chi giudica, entrambi provvisti di un proprio organo di autogoverno: un Consiglio superiore per la magistratura requirente e uno per quella giudicante. Il cittadino, dicono i sostenitori


