Mentre l'Occidente festeggiava l'arrivo del 2021 con il suo primo veglione svogliato (svogliato per decreto, stavolta la combinazione fatale di noia, trenini e pessime compagnie non ha avuto colpa) una bizzarra Guerra Fredda contro di noi si consumava dall'altra parte del mondo.

Una guerra fredda contemporanea: culturale e identitaria, combattuta a colpi di meme e stories e viralità. Ha cominciato la Cina, giusto per rasserenare gli animi dei complottisti: il resto del mondo a guardare la tv o a farsi arrestare per traffico di prosecco coi vicini, a Wuhan festeggiamenti in piazza tanti e tali da convertire al trumpismo anche Walter Veltroni. In Cina hanno debellato il virus, e anche diplomazia e buon gusto non si sentono molto bene.

Ha continuato la Russia, altro paese notoriamente simpaticissimo, con lo special televisivo Ciao 2021: una satira dedicata alla loro idea di occidente preferita, l'Italia. Recitata in italiano maccheronico, ambientata negli anni Ottanta più platonici e italo-disco, con spalline e vallette maggiorate e canzoni tra Claudio Cecchetto e Sandy Marton sotto acido.

La nostalgia è una pandemia imbattibile e Ciao 2020 è fatto davvero bene. Ma che un paese che non se la passa benissimo da svariati secoli sia capace di produrre una follia filologicamente perfetta sugli anni in cui quelli ricchi e spensierati eravamo noi (e adottavamo i bambini di Chernobyl) fa persino più male degli altri suoi tentativi di demoralizzarci hackerando elezioni o producendo vaccini prima di tutti.

Eppure Ciao 2021 è troppo luccicante per farsi venire i cattivi pensieri: non ci resta che sognare gli anni 80 cantando anche noi «Tirannia Tirannia Canaglia/ Che ti prende proprio quando non vuoi».

 In attesa del Capodanno 2022, su Raiuno con Amadeus in diretta da Pyongyang.

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