- Se gli obiettivi della campagna vaccinale sono chiari a livello nazionale - 500 mila somministrazioni al giorno entro la terza settimana di aprile, immunità dell’80% della popolazione entro la fine di settembre - altrettanto non può dirsi a livello regionale.
- La decisione circa le priorità delle persone da vaccinare non solo non è stata trasparente e chiara, ma è stata affidata a mere raccomandazioni del Ministero della Salute. L’ultimo aggiornamento, del 10 marzo, non è ancora stato pubblicato sul sito web del Ministero.
- Manca una chiara indicazione a ogni Regione di target di vaccinazioni da raggiungere a scadenze prefissate, tenuto conto di dosi consegnate, numero dei vaccinatori ecc.. Solo la previsione di obiettivi da rispettare renderebbe chiaro quando il Commissario può esercitare poteri sostitutivi.
«Le regioni vanno in ordine sparso», ha detto il presidente del Consiglio, Mario Draghi, nella sua prima conferenza stampa. «Per le vaccinazioni le regioni sono molto difformi». Qualcuno ha considerato questo passaggio come una “strigliata” alle regioni. Di fatto, se esse procedono in maniera disomogenea, alcune responsabilità vanno imputate anche al governo. Il piano del commissario Il 13 marzo è stato diffuso il piano del commissario straordinario - il generale Francesco Paolo Figliuolo



