L’Italia ha smesso di seguire un approccio scientifico alla pandemia ed è passata ai tarocchi, al corno portafortuna. Le ultime scelte del governo, del Comitato tecnico scientifico e dell’Agenzia italiana per il farmaco mettono a rischio una parte considerevole della popolazione della quale, particolare trascurabile per voi ma non per me, faccio parte anche io, in quando vaccinato con la prima dose di AstraZeneca.

I punti fermi: il rischio di AstraZeneca non è mai cambiato, la posizione dell’Ema, l’agenzia europea alla quale tutti i governi hanno sempre detto di rifarsi, è che «il profilo rischio benefizio di Vaxzevria (cioè AstraZeneca, ndr) rimane positivo», scrive la responsabile della comunicazione Marie-Agnes Heine in una lettera alla Stampa. Poi spetta ai singoli paesi decidere a chi somministrarlo “in base a fattori specifici quali la circolazione del virus e la disponibilità di vaccini”.

Questa è la posizione dell’Ema che, bene ribadirlo, non è mai cambiata. Ma il governo ha deciso di bloccare i richiami con AstraZeneca e di sostituire un rischio calcolato (quello delle trombosi, che si azzera sostanzialmente evitando la somministrazione ad alcune categorie particolarmente a rischio) con uno maggiore, quello previsto dal mix vaccinale. Con la prima dose di vaccino adenovirale e la seconda con la tecnologia mRna. E questa non è una mia opinione, ma quello che dice l’Aifa nel comunicato ufficiale sul cocktail vaccinale:

A fronte di un rilevante potenziamento della risposta anticorpale ottenuta con la prima dose, suggestivo di un effetto booster, il mix vaccinale (prima dose con Vaxzevria e seconda dose con Comirnaty) ha presentato un profilo di reattogenicità che, seppure caratterizzato da una maggiore frequenza in termini di effetti collaterali locali e sistemici di grado lieve/moderato, è apparso nel complesso accettabile e gestibile. Sulla base di questi studi si ritiene che i dati disponibili possano supportare l’utilizzo del vaccino Comirnaty e, per analogia, del vaccino Moderna, come seconda dose per completare un ciclo vaccinale misto, nei soggetti di età inferiore ai 60 anni che abbiano già effettuato una prima dose di vaccino Vaxzevria.

Non mi sembra ambiguo. L’Aifa autorizza il cocktail di vaccini «seppure» comporti «una maggiore frequenza in termini di effetti collaterali locali e sistemici di grado lieve/moderato» che però, e questa dovrebbe essere la parte rassicurante, «è apparso nel complesso accettabile e gestibile». E questo sarebbe un approccio scientifico?

Come forse i più attenti di voi noteranno, non c’è scritto da nessuna parte nel comunicato che il mix di vaccini assicura meno eventi fatali della seconda dose di AstraZeneca, neppure nella fascia di età dei più giovani. E non c’è scritto per due ragioni: perché la seconda dose di AstraZeneca non ha dato problemi praticamente a nessuno e perché non lo sanno neanche all’Aifa esattamente cosa succede con il cocktail. 

La terza ragione, ma ormai mi sono stancato di ripeterla, è che non c’è alcuna evidenza che AstraZeneca ammazzasse la gente, visto che secondo il report dell’Aifa in Italia ci sono stati finora soltanto quattro decessi con una «possibile correlazione» con i vaccini a fronte di 40milioni di punture fatte.

Da cittadino italiano, io sono ostaggio di questi deliri e non posso chiedere che la mia immunizzazione segua le direttive – stabili e coerenti – dell’Ema. Devo sottostare ai cambi di umore dei nostri virologi da bar e del ministro della Salute Roberto Speranza che avalla qualunque tentativo di inseguire gli umori della piazza.

Non ho alternativa. Ma abbiamo avuto l’ennesima conferma che la classe dirigente responsabile della nostra salute è completamente inadeguata e perfino pericolosa.

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