Ci sono mille ragioni per criticare il governo Conte, e su questo giornale le abbiamo elencate più volte. Ma con lo spirito di chi spera di vedere una gestione più seria e responsabile della pandemia, oltre che del piano di ripresa che è in ritardo. La crisi di governo aperta da Matteo Renzi senza una strategia percepibile muove da critiche dure all’operato dell’esecutivo, ma finisce per peggiorare i problemi invece che risolverli.

Lo dimostra l’aritmetica. Renzi ha tra le sue principali contestazioni a Conte il mancato ricorso alla linea sanitaria del Mes. Prendere a prestito 36 miliardi dal Mes farebbe risparmiare circa un punto percentuale di interessi, quindi 360 milioni di euro. Non spiccioli, per ottenere una cifra simile i Cinque stelle han voluto tagliare un terzo del parlamento.

Ma la crisi di governo ha fatto salire lo spread sul debito pubblico, cioè la differenza di rendimento tra Btp italiani e bund tedeschi, da circa 107 a circa 122 punti base. Piccole variazioni con grand impatti. Una differenza di 25 punti base di rendimento significa un aumento di costo per tutti i 500 miliardi che il ministero del Tesoro deve emettere quest’anno, per finanziare vecchio debito in scadenza e nuovo deficit.

Tradotto in euro significa un onere aggiuntivo di spesa per interessi di circa 1,25 miliardi. Quindi Renzi apre una crisi di governo perché Conte rifiuta di risparmiare 360 milioni, per compiacere le paranoie da vincolo esterno del Movimenti cinque stelle, e ne fa sprecare un multiplo. Col bel risultato che l’Italia non avrà il risparmio da Mes e pagherà comunque la tassa Renzi.

Ora quel che resta della maggioranza deve decidere se correre il rischio di elezioni, che potrebbero vedere vincente una maggioranza di centrodestra a forte connotazione sovranista, oppure distribuire poltrone e promesse a parlamentari in cerca di nuove carriere e nuove clientele.

Prepariamoci, perché in entrambi i casi ci aspetta un 2021 fosco. Per garantire la coesione sociale serve un progetto e la crescita, non bastano decine di miliardi di debito per ristori e incentivi.

© Riproduzione riservata