Ricordate il primo impeachment di Donald Trump nel 2019? Tutto è partito da un funzionario della Casa Bianca allarmato dal possibile abuso di potere del presidente che, in una telefonata con il suo omologo ucraino, sollecitava inchieste sul rivale Joe Biden come condizione per sbloccare aiuti militari.

Non abbiamo mai saputo il nome di quel funzionario, che non ha subito ritorsioni, perché la procedura interna al governo americano per i whistleblower ha funzionato: chi ha visto una potenziale irregolarità ha “soffiato il fischietto” ed è partita la verifica del comportamento del più potente politico eletto del mondo.

In Italia non sappiamo come finirà la complessa e a tratti ancora indecifrabile vicenda del Csm e delle inchieste di varie procure su una possibile associazione segreta di cui vi stiamo raccontando da giorni. Di sicuro la magistratura dovrebbe interrogarsi su come funzionano i suoi sistemi interni di segnalazione di possibili scorrettezze.

A quanto sappiamo, molti protagonisti di questa storia erano animati da buone intenzioni: il pm di Milano Storari convinto che la sua procura non stesse prendendo sul serio la presunta “loggia Ungheria” di avvocati e magistrati, il consigliere del Csm Davigo, la sua segretaria che manda i verbali ai giornali, i giornalisti che li ricevono…

Eppure, l’assenza di procedure chiare per i whistleblower ha generato un contesto nel quale chi vuole segnalare un comportamento che reputa scorretto finisce per compiere a sua volta atti che vengono giudicati soltanto con il metro del codice penale. I potenziali whistleblower, quindi, corrono il rischio di rendere inefficace la denuncia e di trovarsi loro stessi accusati di reati, anche perché perfino i giornalisti che ricevono le informazioni in via confidenziale si rivolgono alle procure che attivano subito le indagini.

C’è una legge sugli whistleblower in Italia, ma regola soprattutto i dipendenti pubblici. Sono pochissime le aziende private ad avere sistemi di segnalazione interni di comportamenti scorretti che tutelino il denunciante e regolino la verifica delle informazioni. Ancor meno le categorie, come quella dei magistrati. Eppure, procedure più chiare per gli whistleblower aiuterebbero tutti a distinguere gli eroi dai calunniatori e dai criminali.

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