Nel discorso sullo stato dell’Unione della presedente della Commissione Ue c’è la completa rimozione di ciò che l’Europa dovrebbe rivendicare fieramente della propria storia. Ma più che un adolescente che giunge alla maggiore età e rivendica di fare come vuole, l’Europa somiglia a un genitore che improvvisamente si ritrova solo perché il figlio per cui ha vissuto per decenni si trasferisce lontano e non lo chiama nemmeno più al telefono per sapere come sta
Il discorso sullo stato dell’Unione di Ursula von der Leyen è stato già oggetto di interessanti approfondimenti, ma val la pena ritornarci, se non altro perché lascia intuire molto sugli orientamenti – e soprattutto sule rimozioni – culturali che orientano l’attuale governance europea. Cominciamo col dire che il riferimento programmatico essenziale – l’obiettivo che giustifica tutte le scelte concrete che vengono evocate – è curiosamente in linea con uno dei passaggi fondativi della coscienza



