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Il falso scudo a favore dei datori di lavoro per i contagi in azienda

  • La “seconda ondata” del Covid-19 ha fatto tornare alla ribalta il tema della responsabilità del datore di lavoro per i contagi in azienda. Il decreto “Cura Italia” equipara il contagio all’infortunio, per garantire al lavoratore il relativo trattamento INAIL.
  • Secondo una circolare INAIL dell’aprile scorso, il contagio si presume avvenuto sul luogo di lavoro per i lavoratori esposti a un elevato rischio di contagio. È sorto il dubbio che tale presunzione si traducesse nell’automatica responsabilità, civile e penale, del datore di lavoro.
  • Con la legge di conversione del decreto “Liquidità” si è preteso di sancire una sorta di “scudo” per gli imprenditori, che li solleverebbe da ogni responsabilità se osservano le misure prescritte dai protocolli anti-Covid. Ma così non è: la loro responsabilità resta molto ampia.

La “seconda ondata” del Covid-19 ha avuto un impatto significativo anche nell’ambito lavorativo, come risulta dai dati comunicati dall’INAIL alla data del 31 ottobre, e ciò ha fatto tornare alla ribalta il tema della responsabilità del datore di lavoro per i contagi in azienda. Può essere utile fare il punto della situazione sul piano del diritto. Il contagio come infortunio sul lavoro Il decreto-legge “Cura Italia” (convertito in legge n. 27/2020) ha equiparato all’infortunio il contagio da Cov

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