Eurobond ed economia dopo il Covid

Il futuro dell’Europa e la distanza abissale tra Draghi e la politica

Foto Roberto Monaldo / LaPresse 26-03-2021 Roma Politica Sala Polifunzionale - Conferenza stampa del Presidente del Consiglio Mario Draghi Nella foto Mario Draghi Photo Roberto Monaldo / LaPresse 26-03-2021 Rome (Italy) Press conference of the Prime Minister Mario Draghi In the pic Mario Draghi
Foto Roberto Monaldo / LaPresse 26-03-2021 Roma Politica Sala Polifunzionale - Conferenza stampa del Presidente del Consiglio Mario Draghi Nella foto Mario Draghi Photo Roberto Monaldo / LaPresse 26-03-2021 Rome (Italy) Press conference of the Prime Minister Mario Draghi In the pic Mario Draghi
  • La crisi da Covid lascerà in eredità una montagna di debito pubblico. Renderlo sostenibile dovrebbe essere la priorità.
  • È un fatto che il rapporto debito/Pil si riduce se l’economia cresce più degli interessi, e il saldo primario (entrate meno spesa pubblica prima degli interessi) è positivo.
  • La Bce, tramite l’acquisto massiccio di titoli, sta calmierando i tassi del debito pubblico. Alla lunga però non potrà più farlo anche se, come probabile, consolidasse nel suo bilancio il debito acquistato.

All’ultimo Consiglio Europeo del 25 marzo Mario Draghi ha colto l’occasione per alcune considerazioni molto importanti per il futuro nostro e dell’Unione. Di queste, solo la proposta degli Eurobond ha avuto una certa eco. Ma c’era molto di più, e penso sia importante sottolinearne la rilevanza. Gli Eurobond sono imposti dalla necessità di «disegnare una cornice per la politica fiscale […] in grado di portarci fuori dalla crisi. La strada è lunga, ma dobbiamo cominciare a incamminarci». Per

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