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Il nulla di Meloni sulla guerra, ecco perché attacca le piazze

La premier ha reagito sdegnata all’accusa di complicità con il genocidio formalizzata in una denuncia alla Cpi. Forse troppo. Ma innegabili sono le responsabilità politiche omissive. Così come le reticenze: per esempio sul macroscopico difetto che getta un ombra sulle fasi successive, ossia la estromissione dei palestinesi nella sigla dell’intesa

Merita menzionare le parole con le quali Giorgia Meloni ha commentato l’accordo su Gaza: «La pace si costruisce lavorandoci e non limitandosi a sventolare bandiere». Come, a suo dire, avrebbe fatto egregiamente il suo governo con «sforzi silenziosi e costanti» dei quali si professa orgogliosa. La premier non si smentisce, conosce sempre gli stessi registri: l’autocelebrazione, la devozione a Trump, il fastidio e persino il livore per chi si è mobilitato. Contro ogni evidenza. Perché è plausibile

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