Finalmente abbiamo scoperto la vera vocazione di Domenico Arcuri, l'Uomo del Rinascimento che da inizio 2020 fa sognare gli italiani.

I teatri e i cinema sono chiusi, ma lui ha continuato a regalarci straordinarie interpretazioni senza mai risparmiarsi. Don Chisciotte, il Barone di Munchhausen, Macbeth, Mazeppa, Mabuse: Arcuri li sa fare tutti molto bene, anche contemporaneamente.

Ma dopo i classici Arcuri ha deciso che per il nuovo tour natalizio era ora di svecchiare il repertorio, di buttarsi sul contemporaneo per mostrare versatilità: per l'arrivo dei vaccini, Arcuri ha deciso di vestire i panni sfacciatamente moderni del Creativo Pubblicitario e Organizzatore di Eventi.

Perché adesso vuole creare “una grande campagna identitaria”, che porterà gli italiani a vaccinarsi in “luoghi evocativi”. Nei quali “ci sarà un'identità il più possibile visiva”. Una performance emozionante tra Don Draper e Armando Testa che crea grandi aspettative: ci vaccineremo negli  autogrill vintage sull'Autostrada del Sole? All'Arena di Verona? Sulla Torre di Pisa? Nella Grotta Azzurra? Nel Mulino Bianco? E la grande campagna identitaria coinvolgerà i gondolieri, la pizzica o i centurioni del Colosseo?

Meglio la Dolce Vita o il Palio di Siena? I vaccini arriveranno in Vespa o sulla Lancia Aurelia B24 de Il Sorpasso? I medici li vestiamo da Omino Bialetti o da Olandesina della Mira Lanza? Quante affascinanti domande.

Per fortuna Lucia Annunziata, alla quale il supercommissario stava spiegando la sua vision, è una che non molla. Dopo una dozzina di «Sì, ma cioè?» Arcuri ha finalmente rivelato la sua idea meravigliosa: «Ci vaccineremo nei presìdi ospedalieri».

Un anti-climax tutto italiano che fa rivalutare persino Ciao, l'orrenda mascotte di Italia 90. La stessa che probabilmente ritroveremo dopo trent'anni stampata sui camici degli infermieri: identitaria, evocativa e visiva. E foriera di tanti bei successi proprio come quel campionato mondiale.

© Riproduzione riservata