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Il pasticcio tra governo e regioni: a parità di dati e metodo, il risultato cambia

LaPresse Francesco Militello Mirto
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  • Le Regioni comunicano i dati sulla propria situazione alla Cabina di regia e vengono inserite in una certa area di rischio, cui sono connesse le misure previste dal Dpcm. Com’è possibile che, usando gli stessi dati, una Regione possa valutare una maggiore criticità e, quindi, adottare misure più restrittive?
  • Anche la metodologia di valutazione dei dati che le Regioni sono tenute ad adottare è la stessa seguita a livello centrale (decreto Ministero Salute 30/4), eppure le valutazioni possono essere diverse.
  • Ciò induce a dubitare non solo della coerenza del sistema implementato, ma anche della pretesa “oggettività” sia dei dati sia del metodo di valutazione degli stessi.

Più si approfondiscono i temi della suddivisione dell’Italia in “zone” di diversi “colori”, dei criteri di valutazione e della ripartizione di competenze fra governo e regioni nel contrasto al Covid-19, più si rilevano elementi che lasciano perplessi. Di uno si è già trattato in un articolo precedente: la norma di un decreto-legge (d.l. n. 125/2020, a modifica del d.l. n. 33/2020) che consente ai presidenti di regione di «introdurre misure derogatorie» rispetto a quelle del governo, purché pi

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