- La nuova società Ita costituita dall’ex ministra dei Trasporti Paola De Micheli (Pd) per segnare la discontinuità con Alitalia e rilanciare la compagnia si dimostra uno strumento inservibile
- Con Ita affiancata alla gestione commissariale di Alitalia, lo Stato si è messo due separati in casa che perseguono finalità diverse e spesso contrastanti
- L’emendamento Fassina: bypassare Ita e conferire i beni Alitalia (aerei, slot etc...) alla controllata Cityliner che poi verrebbe ceduta allo Stato a rimborso dei vecchi prestiti di 1 miliardo e 300 milioni di euro
Doveva essere la soluzione, è diventata il problema. Ita (Italia Trasporto Aereo), la nuova società (newco) che nelle intenzioni della ex ministra dei Trasporti, Paola De Micheli (Pd) avrebbe dovuto segnare la discontinuità con il passato disastroso Alitalia e diventare il fulcro della ripartenza, dopo 4 mesi di vita si dimostra per quel che è: un ostacolo. Tra tutte le strade percorribili per tentare di ridare un futuro alla compagnia di Fiumicino, compresa quella semplice di costituire una



