La crisi a Gaza

Israele e la responsabilità del paese più forte

Palestinian rescuers search for survivors under the rubble of destroyed residential buildings following deadly Israeli airstrikes in Gaza City, Sunday, May 16, 2021. The airstrikes flattened three buildings and killed at least 26 people Sunday, medics said, making it the deadliest single attack since heavy fighting broke out between Israel and the territory's militant Hamas rulers nearly a week ago. (AP Photo/Khalil Hamra)
Palestinian rescuers search for survivors under the rubble of destroyed residential buildings following deadly Israeli airstrikes in Gaza City, Sunday, May 16, 2021. The airstrikes flattened three buildings and killed at least 26 people Sunday, medics said, making it the deadliest single attack since heavy fighting broke out between Israel and the territory's militant Hamas rulers nearly a week ago. (AP Photo/Khalil Hamra)
  • Un paese che si dice democratico, il forte, non può in alcun modo non tenere conto delle convenzioni di Ginevra.
  • Eppure utilizza la rappresaglia (vietata) non tiene conto della densità di civili quando colpisce obiettivi che reputa militari, o che provoca vittime innocenti tra i civili, insomma che utilizza gli attacchi che Ginevra vieta considerandoli indiscriminati.
  • Il paese che si erge a baluardo della democrazia e della civiltà - ed è pure riconosciuto come tale -  non si sta comportando all’altezza degli ideali che difende. 

«La situazione attuale rappresenta l'apice di un sistema di disuguaglianze e ingiustizie che va avanti da troppi anni: l’occupazione israeliana dei Territori Palestinesi e l’embargo contro Gaza incarnano l'intollerabile violenza strutturale che il popolo palestinese subisce quotidianamente». Parole che scatenano partigianerie e opposte fazioni. Perché pur essendo vero che «antisionismo non è sinonimo di antisemitismo, osserviamo come un antisemitismo non elaborato, che si riversa più o meno con

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