Il commento

Israele vince la guerra, ma perde la sua “eccezionalità”

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu insieme al presidente degli Stati Uniti Donald Trump (foto Ansa)
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu insieme al presidente degli Stati Uniti Donald Trump (foto Ansa)

Lo stato ebraico è nato come unicum nella storia. Il senso di precarietà per il fatto di essere accerchiato da paesi ostili e la sua identificazione ideale con l’Occidente ne hanno a lungo protetto la natura “eccezionale”, anche a fronte di decenni di occupazione diventata sempre più dura. La guerra scatenata dopo la carneficina di Hamas il 7 ottobre 2023 segna un punto di non ritorno nella percezione delle nostre società 

Israele potrà stravincere la guerra di Gaza, sempre che questo massacro si possa chiamare guerra, potrà annientare Hamas, già più complicato cancellarlo come sarebbe lo scopo dichiarato, e tuttavia ha già perso qualcosa di persino più prezioso: il diritto alla sua “eccezionalità”, che gli è stato spesso concesso in passato nonostante alcune nefandezze conclamate, non più ora che ha oltrepassato troppe linee rosse sul rispetto dei diritti elementari del popolo palestinese. Ci sono ancora “amici”,

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