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Galli della Loggia rimarcava giorni fa sul Corriere della Sera il fatto che «immigrati di seconda generazione, dunque nati in Italia», si erano resi protagonisti di manifestazioni anti-israeliane e di slogan antiebraici.
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Per Galli esistono dei “marker antropologici” fatali, secondo i quali nulla della natura umana può cambiare: esiste un’essenza delle persone che diviene il loro destino.
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Sappiamo quale tragedia può venir fuori dal fissare giovani e adolescenti in una loro essenza (presunta) originaria e immutabile. Se alcuni giovani si sono resi protagonisti di queste manifestazioni – e ciò rimane certamente da condannare – forse la radice va ricercata nella cultura oggi ancora esistente in Italia.
Ernesto Galli della Loggia rimarcava giorni fa sul Corriere della Sera il fatto che «immigrati di seconda generazione, dunque nati in Italia, che verosimilmente [avevano] seguito un ciclo scolastico o più d’uno nelle scuole italiane», si erano resi protagonisti di manifestazioni anti-israeliane e di slogan antiebraici. Evidentemente, aggiungeva, l’istruzione e le lezioni di educazione civica impartite loro nelle nostre aule «non [erano] state capaci di metterli al riparo» da «uno schietto ant



