La Casa Bianca da ora in poi potrà essere comprata

I misfatti di Donald J. Trump sono stranoti, eppure sfugge ai più un loro micidiale effetto: in futuro la Casa Bianca potrà essere apertamente comprata o venduta. Nel 2026 gli Usa potrebbero festeggiare il quarto di secolo con un “salto di specie” politico. Trump e i suoi rilanciano la unitary executive theory, per cui il governo è uno e il presidente può realizzare i programmi non contrastanti con una Costituzione troppo vaga. Sempre minoritaria, essa vuol demolire il fondamento della Repubblica: la separazione dei poteri fra esecutivo (governo) legislativo (Congresso, formato da Camera dei Rappresentanti e Senato) e giudiziario (Corte Suprema e Corti federali e statali). I primi nove mesi del secondo Trump mostrano il suo plateale disprezzo della separazione. Impone dazi senza l'approvazione del Congresso, che abbozza nonostante manchi la grave e urgente emergenza a tal fine richiesta. Vuol negare la cittadinanza Usa ai nati sul suo suolo, pur prevista da un emendamento costituzionale. Imprigiona persone in base a semplici sospetti, negando il giusto processo cui han diritto; ipotizza un terzo mandato, proibito dalla Costituzione, alludendo a strane manovre dei suoi ultra. Basta ricatti da Trump, serve un nuovo Wto per il commercio globale Su tale sfondo si staglia l'esibito uso del nome per arricchire se stesso e la famiglia. Per evitare accuse di conflitti fra gli interessi propri e quelli della Repubblica, il presidente Jimmy Carter vendette la sua fattoria in Georgia. Al contrario, Trump e i suoi cari fanno affari in proprio e se ne vantano. Prima avversario della criptovalute, poi ne diventa acceso sostenitore guadagnandoci miliardi insieme ai suoi cari; lancia la stablecoin USD1 e vende memecoin per decine di milioni a chi vuol comprare i suoi favori. Accetta in dono un Boeing da 450 milioni di dollari dal Qatar. Vuol parere grande imprenditore, ma i suoi progetti immobiliari son falliti cinque volte; lui poi vi è rientrato a sconto beffando le incaute banche. Prima del 2016 pareva ricchissimo a chi guardava i suoi programmi tv, non certo ai grandi ricchi; ora presidente, vuol essere uno di loro, senza esclusione di colpi. Guai a chi lo contrasta. Che ne è dei famosi checks and balances? Per la Corte suprema, con tre giudici da lui scelti, un presidente non è perseguibile per gli ordini che fa eseguire, inclusa l'uccisione degli avversari; quando mai raddrizzerà la spina dorsale? Il Congresso cede le prerogative senza fiatare. Egli potrebbe perderne il controllo nel 2026 quando rinnova la Camera dei rappresentanti e un terzo dei senatori, ma sappiamo come reagisce alle elezioni che perde; vedremo, ma la rana ancora gode il tepore della pentola sul fuoco, quando sarà troppo calda sarà forse anche troppo tardi. Se anche la Casa Bianca diventa un bisticcio tra teenager L'arma di Trump è la paura che incute a persone, studi legali, imprese, università contrarie ai sui piani. Chiede loro fantasiosi risarcimenti miliardari, poi intasca qualche milione, come qualsiasi gangster di periferia. Usa l'attorney general Pam Bondi come un lanciafiamme innescando indagini penali contro chi l'ha contrastato; il lungo elenco è noto, non risparmia i loro familiari. Sui suoi oscuri traffici finanziari mai indagherà una Securities & Exchange Commission a lui supina. Perciò la democrazia Usa è a rischio; se Trump termina il mandato senza che nessuno lo fermi, la presidenza Usa potrà essere usata per arricchirsi ad libitum. Basterà ricattare o spaventare chi s'oppone, con la scusa della unitary executive theory, che magari nel frattempo la docile Corte suprema avrà avallato. Finalmente ci si affiderà anche qui al mercato! I finanziatori potranno anticipare al futuro presidente i mega-incassi che la carica consentirà, o questi l'offrirà a chi più la paga e poi moltiplicherà l'investimento. E i finanziatori avrebbero la certezza d'un congruo profitto. Forse ciò sta già avvenendo sotto i nostri assonnati occhi? Questo Trump è la stella polare dell'Occidente per la premier Giorgia Meloni. Scenda dalla tigre prima di finire per terra, trascinando anche noi; se va bene.