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La Corte suprema umilia la volontà popolare. Ma il popolo americano non va sottovalutato

Abortion-rights activists protest outside the Supreme Court in Washington, Monday, July 4, 2022. The Supreme Court has ended constitutional protections for abortion that had been in place nearly 50 years, a decision by its conservative majority to overturn the court's landmark abortion cases. (AP Photo/Jose Luis Magana)
Abortion-rights activists protest outside the Supreme Court in Washington, Monday, July 4, 2022. The Supreme Court has ended constitutional protections for abortion that had been in place nearly 50 years, a decision by its conservative majority to overturn the court's landmark abortion cases. (AP Photo/Jose Luis Magana)
  • Ciò che accomuna le recenti sentenze su aborto, armi da fuoco e ambiente, oltre alla distruttività delle conseguenze, è l’enorme distanza dal sentire della società americana.
  • Ma come si è arrivati a questa “minority rule”? Tutto ciò ha a molto che fare con lo spettro del Censo 2042, anno in cui i “bianchi” non saranno più la maggioranza demografica.

  • Ma come, ci si chiede stupiti, quella americana non è la più grande costituzione democratica al mondo? No. Per capire perché, basta confrontarla con la nostra, tutta orientata all’affermazione dei “diritti attivi”.

È stato un periodo di fuoco per la Corte suprema degli Stati Uniti o meglio, di distruzione e macerie. Tre sentenze in particolare: è stata abolita la protezione costituzionale del diritto all’aborto; è stata dichiarata incostituzionale una centenaria legge dello stato di New York che poneva limiti al portare armi in pubblico; è stato tolto al governo federale il diritto di porre limiti alle emissioni di CO2. Ciò che accomuna queste sentenze, oltre alla distruttività delle conseguenze, è l’en

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