- Col sito di un demagogo serbo-bosniaco Google ha stipulato un contratto procurandogli ricavi nonostante che il nominativo fosse sanzionato dal Governo americano
- La ragione sta nel business di Google che postula di fornire link a chi si rivolge al motore di ricerca e inseguirlo nella sotto-navigazione interna a ciascun sito.
- Ma con due pesi e due misure: selezionare partnership selezionate per i siti in lingua inglese (essenzialmente USA); risucchiare altrove anche gli spiccioli contando in caso di sanzioni che il complice Guardiano chiuda un occhio.
Pro Publica, associazione americana di giornalismo investigativo, ha scoperto che Google è in affari con fabbriche di disinformazione, note ed acclarate: 1) le valorizza nei risultati di ricerca; 2) le rifornisce di pubblicità; 3) fa a mezzo dei ricavi. Così, ad esempio, con il sito serbo-bosniaco che sparge fuoco e fiamme sulla polveriera dei Balcani e che per questo s’è meritato perfino un posto nella lista dei sanzionati dal governo americano. E tuttavia, sebbene agli americani sia proibit



