Le elezioni tedesche parlano all’Italia. In Italia ha prevalso il luogo comune che la sera delle elezioni occorre conoscere il vincitore. Sciocchezza indimostrata, che fa a pugni con quanto avvenuto in Germania, dove si punta al nuovo governo entro Natale, considerandolo un buon risultato.

Ovviamente partiranno i confronti tra i partiti per costruire coalizione e programma, che verrà dettagliato come è accaduto in passato in Germania  per formare i governi di coalizione.

Nel 2007 Veltroni lanciò la vocazione maggioritaria del Pd, innescando la crisi del secondo governo Prodi, come il protagonista ricorda a pag 164 del suo nuovo libro. Tra i sostenitori del luogo comune - sapere subito chi ha vinto - senza riflettere sulle conseguenze sui poteri del Presidente della Repubblica e sulle distorsioni maggioritarie si è distinto Renzi, anche se non è l’unico.

In Germania si vota dando spazio ai candidati e insieme prevedendo un recupero che garantisce ai partiti una loro rappresentanza proporzionale, con la soglia del 5 per cento, che tuttavia ha un temperamento che ha permesso alla Linke di eleggere senza un risultato pieno.

La legge elettorale

La legge elettorale tedesca prevede un ruolo dei partiti, che invece in Italia è al minimo. Inoltre affida al parlamento un ruolo centrale perché il governo si farà sulla base delle alleanze, confermando che una repubblica parlamentare è pienamente governabile. Di più, la Germania prevede un numero di parlamentari flessibile, con un’oscillazione pari al taglio dei deputati deciso in Italia a partire dalla prossima legislatura.

In Italia dopo il taglio del parlamento è in vigore una legge elettorale che lascierà fuori interi territori, posizioni politiche, sensibilità sociali impoverendone il ruolo. Ormai il parlamento è subalterno al governo e con Draghi sta raggiungendo il record dei voti di fiducia, mentre in Germania il ruolo del parlamento resta fondamentale.

Occorre una riflessione che non sia ostaggio dei luoghi comuni e affronti seriamente il futuro del sistema politico ed istituzionale del nostro paese.

La destrutturazione del ruolo dei partiti, l’antipolitica fatta tutta di anti e nulla di proposte, i parlamento ridotto a votificio impongono di indicare un’uscita da questa preoccupante crisi dei partiti per rilanciarne la riforma come previsto dall’articolo 49 della Costituzione, per garantirne vita democratica trasparente. La Costituzione, assegna un ruolo decisivo ai partiti per fare vivere proposte e partecipazione, senza sovrapporsi a istituzioni e parlamento.

Ridare ruolo ai partiti e al parlamento è decisivo per la credibilità delle istituzioni e della vita democratica del nostro paese.

Una nuova legge elettorale per eleggere il nuovo parlamento è cruciale per un rilancio della sua credibilità, della democrazia del nostro paese. Invece rischiamo di votare con una legge pessima, voluta dall’astuzia della Lega, fatta approvare durante il Conte 1, quando il taglio dei parlamentari non era definitivo. Ora è una spada di Damocle sulla prossima legislatura.

I rischi

Questo tema è sottovalutato. Eppure già con la crisi del Conte 2 l’Italia ha rischiato il voto anticipato e avrebbe votato con questa pessima legge. A febbraio si voterà per il nuovo Presidente della Repubblica.

Se dovesse riuscire la manovra di mandare Draghi al Quirinale potremmo dover votare con questa pessima legge elettorale. Una nuova legge varrebbe in ogni caso alla scadenza naturale.

Continuando a rinviare si rischia di votare nel modo peggiore. Speriamo che Letta si sia convinto.

I difetti della legge elettorale in vigore sono noti.

I parlamentari non rappresentano i cittadini ma chi li mette in lista nelle posizioni giuste per essere eletti. Di fatto scelti dai capi partito. Altrimenti come si spiega che Renzi si è portato dietro un bel pezzo dei gruppi parlamentari Pd ? Elettrici ed elettori debbono scegliere direttamente i parlamentari in cui hanno fiducia.

Scegliere una rappresentanza proporzionale, correggendo le conseguenze nefaste del taglio dei parlamentari che in alcune regioni non consente alcuna proporzionalità.

Gli accordi di governo si fanno tra i partiti sulla base dei voti ottenuti. Le maggioranze preventive per cercare di conquistare ad ogni costo la vittoria ex ante non hanno portato bene né al centro sinistra né al centro destra, i cui governi non sono stati salvati neppure da maggioranze bulgare.

Occorre decidere rapidamente. La Germania potrebbe essere un riferimento, altrimenti voteremo con un rosatellum peggiorato da Calderoli.

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