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La logica penitenziale che lascia indietro l’Italia sui vaccini

A health worker prepares a shot of COVID-19 vaccine during a mass vaccination for elderly people above the age of 60 in Jakarta, Indonesia, Wednesday, Feb. 24, 2021.(AP Photo/Tatan Syuflana)
A health worker prepares a shot of COVID-19 vaccine during a mass vaccination for elderly people above the age of 60 in Jakarta, Indonesia, Wednesday, Feb. 24, 2021.(AP Photo/Tatan Syuflana)
  • Forse abbiamo un problema di pensiero, prima ancora che di politiche. Un pensiero ancora ampiamente venato di cattolicesimo ancestrale che non riesce a disgiungere il concetto di malattia da quello di punizione divina, per salvarsi dalla quale serve un’adeguata penitenza e una rigida clausura.
  • Non certo cose terrene come la ricerca, la tecnologia, la logistica e l’efficienza della amministrazione pubblica.
  • Tipico di un pensiero educato al metodo scientifico è anche adottare strategie nuove per rispondere in tempi rapidi alle minacce, come sembra aver fatto il Regno Unito modificando gli schemi temporali di somministrazione dei vaccini.

Il calo spettacolare dei casi gravi e dei morti da Covid-19 che si sta profilando in Israele e Gran Bretagna sta mostrando al mondo un dato incontrovertibile: la tecnologia batte la prevenzione tradizionale - fatta di lockdown penitenziali - 100 a zero. Non è un caso che a ottenere questo risultato siano due società che hanno caratteristiche particolari: puntano molto su ricerca e sviluppo, sono molto pragmatiche, sanno pianificare e usare la logistica (anche attraverso l’esercito - Israele).

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