La premier difende Trump e tradisce l’interesse italiano

L’anno 2025 sta finendo con un triste presagio di estensione della guerra: nessuno è in condizione di fermare il danno che ha prodotto. Non lo è l’Europa, non Trump, che è uno sconfitto nel suo paese. Putin esulta per una vittoria che è annuncio di nuovi disastri per la Russia e non certo una soluzione di pace. L’unica potenza che si va espandendo è la Cina, che attende immobile la deflagrazione ultima; con cinismo e spregiudicatezza, la catastrofe altrui per accomodarsi sulle macerie. Sovranista, imperialista, suprematista: la dottrina “eurofobica” di Trump Tre eventi inquietanti Sono tre gli eventi che parlano del rischio della deflagrazione nel mondo. Il primo è il documento sulla nuova sicurezza strategica Usa, con l’indigeribile passaggio sul disprezzo dell'Europa che «rischia la reale prospettiva di cancellazione della sua civiltà». Parole che vanno ben al di là dell’allentamento o della rottura dell’Alleanza Atlantica. Esprimono un’ostilità che infatti ha trovato immediato riscontro da parte di Putin: ha detto che condivide il giudizio di Trump sull’Europa che non esiste più, e che se mai ancora dovesse esistere sarà bene che non esista più. Il secondo è l’attacco dei droni alla base nucleare francese di Brest. Il motivo di allarme non è solo l’attacco di quello spazio aereo ma anche il fatto che la base non ha avuto la capacità dell’immediato abbattimento dei droni. Tanto più che questo avviene mentre gli Usa preannunciano che entro il 2027, cioè nel giro di un anno o un anno e mezzo, esproprieranno la Nato di tutte le presenze Usa in Europa; è l’annuncio della fine del sistema di alleanza e di difesa fondato su una grande struttura di cooperazione militare. Trump e Musk la bastonano, l’Ue balbetta. Nessun leader difende l’onore dell’Europa Il terzo evento, anch’esso sconfortante, riguarda l’Italia: è il sostegno dato dal governo italiano e dalla vagabonda nostra premier turista che, girando il mondo, non trova di meglio che difendere Trump e la posizione degli Stati Uniti, consumando il tradimento del proprio compito, della propria funzione, delle nostre istituzioni. Spero che il capo dello Stato almeno nel messaggio di fine anno deplori quest’atteggiamento del governo italiano: c’è un aperto conflitto fra gli interessi italiani e quelli Usa, e la nostra presidente deve fare gli interessi italiani. Chi tradisce l’Italia La situazione nel nostro paese è oramai al punto più alto della farsa, dell’opportunismo che si vuole far passare per intelligenza politica; e invece è avventurismo e trionfo dell’incapacità di studiare la politica, che non è mercato ma scontro di idee e costruzione e ricostruzione di equilibri democratici. Siamo passati dalle forze dell’arco costituzionale alle forze dell’arco precostituzionale, senza che ci sia stato un serio dibattito su cosa sia venuto meno. Manca un sistema di alleanze sovranazionale che abbia la forza di di ripristinare un ordine pacifico. Le forze politiche europee debbono fare il massimo sforzo per ricostruire l’intesa e la solidarietà nell'Ue. Ma senza auspicare un intervento sussidiario o ausiliario della Cina. E qui arriviamo a un altro punto inquietante: serpeggia l’illusione che la Cina possano essere una buona ordinatrice nel mondo. In quell’impero è in corso la ricerca di un ruolo dominante attraverso il coinvolgimento e la partecipazione del popolo. Non più dunque solo la Cina dominante come storica forza autoritaria e imperiale dei mandarini. Il tentativo è fare del popolo tutto un popolo mandarino. E quando il popolo viene coinvolto dalle istituzioni repressive, si hanno le condizioni della precipitazioni più nefaste. Un popolo che diventa istituzione autoritaria ricorda quando una buona parte del popolo tedesco si identificò con il regime nazista: accadde che gli ufficiali delle SS suonavano il violino mentre assistevano all'immensa strage disumana dei forni. Non facciamo l’errore di sperare che il popolo cinese, diventando popolo mandarino, dia una spinta liberatoria. Il rischio anzi è quello di un imperialismo oppressivo, forse la vera guerra distruttiva mondiale. L’asse Trump-Putin è sempre più solido. Mosca: «La linea Usa sull’Ue è la nostra» Un popolo mandarino Il popolo europeo deve fare un grande sforzo contro la rassegnazione alla decadenza democratica. Ricostruisca un pensiero nuovo e integrato europeo, un pensiero che costruisca una guida democratica. Non si lasci stringere nel gioco tra Cina, Russia e Stati Uniti di Trump. Non si lasci illudere che il mondo non ha più bisogno della democrazia. I popoli dei paesi dominanti possono diventare popoli mandarini, capaci di distruggere ciò che rimane della grande costruzione democratica che costò il sacrificio di milioni di uomini nella prima e nella seconda guerra mondiale del 1900. Serve ricostruire un pensiero europeo, una coscienza popolare democratica europea, una nuova autorità morale nel mondo che impedisca lo straripare delle tre tendenze autoritarie. E chi in Italia esalta il devastante progetto di Trump compie un atto di tradimento al paese e all'Europa che va denunciato come alto di tradimento.