«La realtà supera la fantasia». Così diciamo quando qualcuno, un personaggio politico per esempio, inciampa rivelando una vicenda sorprendente. Ruvida, sotterranea, vasta. Uno scarto. «La realtà supera la fantasia».

Ora mettiamoci per un attimo nei panni della fantasia. Sta mesi chiusa in una stanza, scrive, disegna, riflette, cerca di creare qualcosa di straordinario in cui però «ci si possa identificare».

Altrimenti le diranno: «Non mi arrivi al cuore». Un giorno la fantasia ha finalmente una storia e va a presentarla all’umanità. Sale su un palco. «Questa è la storia di…»

In quel momento dal fondo della sala entra correndo una figura sfuggente: la realtà. A occhi bassi occupa il palco e racconta in due parole un episodio appena accaduto. Sbalorditivo. Applausi, boato, il pubblico impazzito.

La realtà però non si inchina, non commenta. Se ne va.

La fantasia è scioccata. Il mese scorso ha presentato una storia simile a quella appena raccontata dalla realtà, e gliel’hanno bocciata. La fantasia però non si perde d’animo (è pur sempre la fantasia). Riprende. «Questa è la storia di…»

Nessuno l’ascolta, però, la platea si svuota. Ma non del tutto. In fondo, in un angolo, la realtà, ben nascosta, osserva la fantasia con attenzione e prende appunti.

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