- Proprio sul tasto della coerenza Meloni ha battuto quando, capito che dopo Forza Italia anche la Lega era intenzionata a salire sull’affollato carro di Draghi, si è decisa a recitare il suo non possumus.
- Con questa mossa si è immediatamente attirata i fulmini di una parte del suo mondo politico, che ha reagito con evidente irritazione. Le loro argomentazioni sono interessanti perché riportano a galla preoccupazioni e modi di pensare che hanno caratterizzato l’ormai lunga storia del neofascismo/postfascismo italiano attraverso l’intero arco delle sue evoluzioni.
- Il primo di questi tic ricorrenti è quello del timore dell’isolamento.
A giudicare dalle risposte raccolte in sede di sondaggio, Giorgia Meloni deve la costante ascesa delle intenzioni di voto a favore del suo partito al riconoscimento della coerenza delle posizioni da lei assunte dalle scorse elezioni politiche in poi: rifiuto di entrare nella coalizione gialloverde, opposizione netta al secondo governo Conte, rigetto assoluto dei flussi migratori, richiesta di revoca dei provvedimenti di chiusura imposti ai settori economici più colpiti dalle vicende legate alla



