la sinistra e il caso milano

La sindrome “Megalopolis”, perché bisogna uscirne per reinventare le città

La gigantomachia che domina l’urbanistica non è altro che una stanca riproposizione - su una scala amplificata dal nuovo culto pagano della smart city – di una città che si richiude su di sé, tutt’al più si eleva, ma non fuoriesce, non sa letteralmente immaginarsi oltre se stessa e verso l’esterno. E allora il “caso Milano” può essere anche un’occasione nuova per ripensare le priorità del mondo progressista

L’inchiesta in corso a Milano può essere anche un pretesto costruttivo rispetto a un’usura culturale che pervade la sinistra: non saper più immaginare la città. Pasolini avrebbe detto che a Milano «non si è avuto nessun progresso, ma solo un enorme sviluppo». Non è dunque solo un problema giudiziario o politico. È molto di più: Milano è una città bellissima, ma disperata. Dove tutto è organizzato per ospitare una sola forma di vita: produci, consuma, crepa. In quel film meravigliosamente imperfe

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