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La sinistra e la nostalgia della globalizzazione

Trump e i suoi epigoni hanno preso atto di una crisi della globalizzazione evidente da decenni, di fronte a cui la sinistra ha scelto colpevolmente di voltare lo sguardo. L’obiettivo non è superarla tornando all’equilibrio tra Stati nazione ma stringere un nuovo patto tra capitalismo globalizzato e Stati nazione. È una soluzione coerentemente proposta dalla destra per uscire dalla crisi degli ultimi decenni, allora qual è la soluzione che dovrebbe contraddistinguere la sinistra?

Trump e i suoi epigoni hanno preso atto di una crisi della globalizzazione evidente da decenni, di fronte a cui la sinistra ha scelto colpevolmente di voltare lo sguardo. L’obiettivo non è superarla tornando all’equilibrio tra Stati nazione ma stringere un nuovo patto tra capitalismo globalizzato e Stati nazione. È una soluzione coerentemente proposta dalla destra per uscire dalla crisi degli ultimi decenni, allora qual è la soluzione che dovrebbe contraddistinguere la sinistra?

Sono così preoccupato dalle scelte trumpiane sui dazi da temerne non solo le conseguenze economiche, ma soprattutto quelle culturali. Innanzitutto mi colpisce l’angoscia di molti analisti che ripropongono una tesi classica: se il commercio globale va in crisi, ciò che lo potrà sostituire sarà solo la guerra. Idea che risale al celebre doux commerce di Montesquieu. Il commercio addolcisce i costumi e civilizza i comportamenti, prendendo il posto della violenza. I confini del commercio sarebbero i

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