Dopo alcuni rinvii da parte dell’amministrazione presidenziale americana, la scorsa settimana il presidente ucraino Volodomyr Zelensky ha incontrato il suo omologo, Joe Biden, per sincerarsi della volontà statunitense di difendere l’Ucraina dagli attacchi della Russia di Putin. La ricerca di rassicurazioni del presidente ucraino nasce principalmente da due recenti decisioni che gli Stati Uniti hanno intrapreso: l’accordo sul gasdotto Nord Stream 2 che collega il rifornimento energetico tra la Germania e la Russia, bypassando l’Ucraina, e il disimpegno americano in Afghanistan.

Come ha affermato Vladislav Davidson sulla rivista internazionale Foreign Policy, «l'abbandono degli alleati degli Stati Uniti in Afghanistan preoccupa l'Ucraina e le fa temere di essere la prossima sulla lista».

Biden ha sempre sostenuto, anche al telefono con il presidente Vladimir Putin, «l’incrollabile impegno americano verso la sovranità e l'integrità territoriale dell'Ucraina», ma con l’intenzione di costruire «una relazione stabile e prevedibile con la Russia, coerente con gli interessi degli Stati Uniti».

L’arma geopolitica della Russia

Il Nord Stream 2 è considerato dalle autorità ucraine come una potente arma geopolitica in mano alla Russia, una convinzione che è stata espressa anche dal presidente dell'azienda di Stato del gas: «Nord Stream 2 non è una questione solo economica per l'Ucraina» ma è «una minaccia alla sicurezza nazionale, perché se non c'è un transito di gas russo attraverso il territorio ucraino, cresce il rischio di una guerra su vasta scala con la Russia, che non è negli interessi ucraini né in quelli europei nemmeno in quelli statunitensi».

Inoltre, per Zelensky è fondamentale il sostegno americano all'adesione dell’Ucraina alla Nato e all'Unione europea per evitare di essere circondati territorialmente dalla minaccia russa a Est, a sud fino alla Crimea e alla regione separatista della Transnistria in Moldova e a nord con la Bielorussia.

Su questo argomento Biden ha sempre ribadito che «prima deve essere affrontato il problema della corruzione», posto che, secondo il Corruption Perception Index del 2020, l’Ucraina è il secondo paese europeo, dopo la Russia, con il più elevato tasso di corruzione.

Il paese, infatti, ricopre la 117esima posizione su 180 e sinora sono stati insufficienti gli sforzi del governo ucraino per migliorare la situazione.

Il presidente Zelensky non si è fatto trovare impreparato e ha presentato un piano di trasformazione dell'Ucraina che si basa sulla creazione di “un avamposto di sicurezza, un hub digitale infrastrutturale e agrario” e la stesura di ottanta progetti che prevedono aiuti internazionali, prestiti e investimenti per un valore totale di 277 miliardi di dollari: quasi il doppio del prodotto interno lordo ucraino che nel 2020 era di 155,5 miliardi di dollari.

Gli aiuti americani

Dal 2014 gli Stati Uniti hanno sostenuto l’Ucraina con 2,5 milioni di dollari e poco prima dell’incontro con Zelensky, il presidente Biden ha annunciato al congresso americano l'obiettivo di finanziare un nuovo pacchetto di aiuti militari per un valore di 60 milioni di dollari oltre alla fornitura dei missili anticarro Javelin.

In assenza di un segnale concreto di integrazione nelle organizzazioni internazionali occidentali, Zelensky mira ad ottenere un aumento degli aiuti militari ed economici per ricostruire le infrastrutture e lanciare l'economia del paese.

Il consigliere presidenziale, Timofei Milovan, ha affermato che l'Ucraina ha, infatti, bisogno del sostegno economico statunitense e «sarebbe logico fornire all' Ucraina lo stesso livello di assistenza militare finanziaria che ha ricevuto l'Afghanistan, dato che il nostro paese vuole combattere e professa valori democratici liberali. È tempo che Washington si renda conto che l'Ucraina ha bisogno di miliardi di dollari in aiuti se vuole sopravvivere a lungo termine sotto la minaccia rossa».

Anche l'ex ambasciatore americano in Russia, Mike McFaul, ha ribadito in un articolo su Washington Post che l'Ucraina dovrebbe smettere di chiedere adesione alla Nato e concentrarsi «sull'attuazione delle necessarie riforme interne per preparare l'Ucraina all'adesione della Nato senza firmare formalmente il Piano d’azione per l’adesione (Map)».

Il presidente Zelensky è tornato in patria senza un concreto passo avanti verso l'adesione alla Nato e all'Ue, ma ha ottenuto qualche successo in termini di un aumento di aiuti economici e finanziari, rassicurazioni sul fatto che non ci sarà un disimpegno americano e saranno minimizzati i rischi economici legati al Nord Stream 2, soprattutto collegati alla perdita di royalties per il transito del gas russo verso l’Europa occidentale.

L’Ucraina abbandonata

Tuttavia, è abbastanza evidente anche alle autorità ucraine che il loro paese non è una causa per la quale i governi occidentali sono disposti a pagare costi elevati e un aumento delle tensioni con la Russia.

La Rada, il parlamento ucraino, ha, infatti, respinto la mozione di chiedere agli Stati Uniti lo status di «principale alleato al di fuori della Nato» per evitare di danneggiare l’avanzamento del paese nelle organizzazioni internazionali.

A differenza dell'Afghanistan, non sono dovuti passare vent'anni per comprendere il disimpegno occidentale alle richieste del presidente Zelensky.

Emblematica è l’esclusione dell’Ucraina - decisa dal Consiglio dell’Ue lo scorso 7 settembre - dalla assistenza finanziaria pre-adesione per il periodo 2021-2027 di quasi 14,2 milioni di euro verso sette paesi, tra cui anche la Turchia, per realizzare riforme politiche, sociali, amministrative ed economiche necessarie per una futura adesione.

Nonostante Zelensky abbia definito “una grande vittoria” la generica promessa del presidente americano di sanzionare la Russia qualora l’Ucraina rilevasse problemi dall’attivazione del gasdotto, l’incontro ha dimostrato che il presidente ucraino è sempre più solo, vulnerabile alle minacce russe e dipendente da un mero calcolo di opportunità strumentali e strategiche americane.

Sarà anche per questo motivo che Zelensky ha detto di essersi “dimenticato” di invitare il presidente Biden in Ucraina?

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