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La spaccatura della Linke tedesca su Russia e sanzioni è un monito per la sinistra italiana

08 September 2022, Berlin: Sahra Wagenknecht (Die Linke), speaking in the debate on the budget economy and climate protection. Photo by: Michael Kappeler/picture-alliance/dpa/AP Images
08 September 2022, Berlin: Sahra Wagenknecht (Die Linke), speaking in the debate on the budget economy and climate protection. Photo by: Michael Kappeler/picture-alliance/dpa/AP Images
  • Pochi giorni fa un intervento di Sahra Wagenknecht ha riaperto la polemica nel partito: per alcuni la parlamentare è troppo morbida con la Russia. La parlamentare chiede la fine delle sanzioni ma per molti è solo un modo per regolare conti nel partito.
  • La Linke ha provato a giocare la carta dell’opposizione sociale al governo. Ma le polemiche interne non aiutano.
  • Se non sarà una scissione, a consumare il partito saranno le accuse reciproche: già on-line una richiesta per espellere Wagenknecht

Aria di crisi nella Linke, la sinistra tedesca. Appena un anno fa il partito era riuscito, grazie ai cavilli della legge elettorale, ad entrare in parlamento. Poi è arrivata la guerra di Vladimir Putin. Come reagire all’aggressione russa, se inviare armi o meno per la resistenza ucraina, come comportarsi con Mosca: domande che stanno tutt’ora lacerando le sinistre in tutta Europa. Uno dei fondatori del partito, Gregor Gysi, ci aveva quasi scherzato su: «Per fortuna non siamo al governo!». D

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