La democrazia liberale diffida di chi, pubblico o privato, domina i mercati. Perciò negli Stati Uniti molti vorrebbero “spacchettare” Facebook, Google e altri, cresciuti con acquisizioni “predatorie”, uccidendo in culla i potenziali rivali. Essi hanno ora risorse immense, grazie alle quali è cresciuta una già grande influenza politica. La loro presa sulle nostre vite va allentata per difendere la democrazia che davanti a certi giganti è a rischio; lo scriveva il giurista Luis Brandeis a proposito del banchiere JP Morgan.

Ora la Cina obbliga il gigante dei pagamenti Alipay a scindere l'attività creditizia in due entità, e a trasferire i relativi dati ad altra società, di cui sarà socio rilevante lo Stato. Solo piegandosi all'ukase il gruppo Alipay regolarizzerà la propria posizione, ottenendo le agognate licenze per operare nel credito e nelle connesse informazioni (scoring e rating).

La Cina procede dunque esattamente sulla strada auspicata da tanti veri democratici, generando in loro un consenso passibile di divenire entusiasmo se si legge un'altra notizia: Pechino mette un tetto al tempo speso dai giovanissimi giocando con le app.

Conosciamo bene i gravi rischi che il proliferare dei video comporta per la crescita culturale dei giovanissimi; la lettura può divenire privilegio delle élite, condannando gli altri alla comoda passività dei video, di rado intellettualmente stimolanti.

Il lato oscuro

Prima di prorompere in applausi a scena aperta è però bene riflettere. Anzitutto, mettere in riga Alipay serve a difendere le inefficienti banche statali, che dalla concorrenza Fintech molto soffrono.

La stessa Cina sta poi inducendo centinaia di milioni di persone ad installare, “spontaneamente”, un'altra App che, con la scusa della lotta alle frodi, consente al gestore pubblico di vedere i siti finanziari cui essi si sono collegati. Secondo il Financial Times, la app può accedere al registro di telefonate, Sms etc.; gli scoring di Alipay si basano poi su una miriade di dati sul comportamento delle persone, tali da consentire di valutarli quanto ad affidabilità sociale e civile.

A questo punto l'entusiasmo muore nella strozza, davanti a una società della sorveglianza gestita da uno Stato ove la separazione dei poteri è un bizzarro artefatto straniero e gli scolari studieranno per generazioni il pensiero di Xi, certi che, “per quanto occupato sia, si prende cura di noi”. Anche a Palazzo Venezia la luce era sempre accesa.

Va respinto il sogno di una società perfetta, che alla prova pratica sempre diventa un incubo. Il potere economico e finanziario dei giganti tecnologici americani ci minaccia e va combattuto, ma sono meglio i tentativi, i passi avanti e magari anche indietro.

Il presidente della Securities and Exchange Commission, Gary Gensler, lamenta le carenze della sua agenzia, chiedendo al Congresso poteri e mezzi per difendere i cittadini. Sarà una lunga strada ma chi ha a cuore la democrazia persegua le sue mete senza distruggerla: altrimenti sarebbe pezo el tacon del buso!

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