In attesa del primo Def del governo Draghi

L’aritmetica del debito rende impossibile ridurre la pressione fiscale

  • Nel suo discorso programmatico, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha accennato a una revisione profonda dell’Irpef «riducendo gradualmente il carico fiscale e preservando la progressività».
  • Quando in Italia si parla di riforma della tassazione, si pensa subito alla riduzione della pressione fiscale, un tema fisso nei programmi politici da più di vent’anni, senza risultati apprezzabili.
  • Per i prossimi anni, la necessità di riportare, a partire almeno dal 2023, il saldo primario ai livelli pre-pandemia dovrebbe rendere chiaro che non c’è nessuno spazio per ridurre la pressione fiscale.

Tra due settimane (la scadenza prevista dalla legge di contabilità è il 10 aprile) il governo presenterà al Parlamento il Def (Documento di economia e finanza), dichiarando i suoi obiettivi programmatici da qui al 2024, quando – si deve presumere – saremo usciti da tempo dall’attuale emergenza sanitaria ed economica. Un appuntamento che quest’anno ha un rilievo particolare: il Def non esporrà soltanto la visione del governo sulle prospettive dell’economia e della finanza pubblica ma dovrà anche

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