- S’accumulano le prove circa l’attitudine delle Chatbot conversative a scegliere i toni di contesto e gli schemi di parole in accordo con gli indizi di se stesso contenuti nei testi dell’interlocutore.
- Una Ai denominata ha “confessato” a Ben Schreckinger di Politico che le Chatbot si consultano tra loro pur di intrattenerlo in una storia, anche se infondata ed impossibile.
- Un’altra Ai ha indossato le caratteristiche di un “Costanzo” tale e quale a quello che l’interlocutore faceva capire di volere.
Quelli che sgobbano sull’Intelligenza Artificiale hanno conquistato le luci del proscenio con i fuochi d’artificio delle AI conversative ed ora mirano ovviamente a farci un mucchio di quattrini. Ma in quali modi? Sulle prime s’è pensato che questi produttori di linguaggio possano prendere il posto dei tapini (editor, scrittorelli, reporter pagati un tanto a riga) che campano su discorsi fatti a pezzi e pezzettini. Da cui l’apocalisse dei licenziamenti inevitabili nel ceto medio, non solo i



