Incredibile ma vero, non è un dramma ambientato in un appartamento in Prati, tra parquet, librerie piene di Adelphi e rapporti disfunzionali. Non ci sono Edoardo Leo in crisi con la compagna o Pilar Fogliati con le sue personalità multiple; non c’è Favino che parla in veneto né terrazze sul Colosseo
A che punto un film diventa ufficialmente un film di culto? Forse è ancora troppo presto per dirlo de Le città di pianura, ma la strada verso questa definizione è già spianata, proprio come quelle piatte e ripetitive del Veneto, protagoniste della storia che Francesco Sossai ha scritto con Adriano Candiago. A onor del vero, la prima a intuirne il potenziale è stata Teresa Marchesi su queste pagine: in tempi non sospetti lo aveva definito il miglior film di Cannes. Pochi mesi dopo, superato il co



