nel paese delle meraviglie

Ossigeno per il cinema italiano. Le città di pianura è già un cult

Il photocall de Le città di pianura durante il Festival di Cannes
Il photocall de Le città di pianura durante il Festival di Cannes

Incredibile ma vero, non è un dramma ambientato in un appartamento in Prati, tra parquet, librerie piene di Adelphi e rapporti disfunzionali. Non ci sono Edoardo Leo in crisi con la compagna o Pilar Fogliati con le sue personalità multiple; non c’è Favino che parla in veneto né terrazze sul Colosseo

A che punto un film diventa ufficialmente un film di culto? Forse è ancora troppo presto per dirlo de Le città di pianura, ma la strada verso questa definizione è già spianata, proprio come quelle piatte e ripetitive del Veneto, protagoniste della storia che Francesco Sossai ha scritto con Adriano Candiago. A onor del vero, la prima a intuirne il potenziale è stata Teresa Marchesi su queste pagine: in tempi non sospetti lo aveva definito il miglior film di Cannes. Pochi mesi dopo, superato il co

Per continuare a leggere questo articolo

VAI ALLA PAGINA DELL’AUTORE