A guardare l’andamento delle elezioni in Francia, viene in mente Il soccombente, forse il più noto dei romanzi di Thomas Bernhard. È la storia di tre giovani pianisti, due dei quali brillanti e promettenti ma il terzo è Glenn Gould, davanti al quale i compagni non possono che eclissarsi.

Ancora più facile è la similitudine con Raymond Poulidor, leggenda del ciclismo francese, mito della Francia popolare e rurale che corse per vent’anni senza mai vincere un Tour de France, diventando così l’éternel second. Visse quattro epoche diverse del ciclismo francese, conquistando otto volte il podio finale, senza mai conquistare la vetta.

Sconfitto per quattro volte dal connazionale Jacques Anquetil e cinque volte dal belga Eddy Mercx. Si ritirò in tempo per vedere l’alba di Bernard Hinault, un altro dei più grandi ciclisti di sempre.

Su questa linea si colloca la saga della famiglia Le Pen, con moltissimi traguardi ma nessuna vittoria. Jean-Marie, il patriarca, perse nel 1988 contro François Mitterrand e nel 1995 contro Jacques Chirac. Nel 2002, a sorpresa, arrivò ad affrontare il presidente uscente in un ballottaggio, sconfitto poi con uno scarto larghissimo. Nel 2007 tentò un’ultima volta, ma non arrivò nemmeno a giocarsi il secondo turno contro Nicolas Sarkozy. Si ritirò dalla vita politica nel 2011, lasciando la figlia Marine ad affrontare il medesimo destino. Nel 2012 vinse il socialista François Hollande.

Sconfitta al ballottaggio nel 2017 dall’attuale presidente Emmanuel Macron, oggi si dirige inesorabilmente verso l’ennesima disfatta. Peccato che si sia ritirata dalla vita politica la nipotina Marion, ma siamo certi che in famiglia si troverà qualcun altro a raccogliere il testimone.

Questa dinastia di re e regine sconfitti ha attraversato trentacinque anni di storia senza che le loro idee cambiassero e si adattassero ai tempi.

Nel frattempo però è cresciuto e scomparso il gollismo, sono crollati i socialisti, è nato Emmanuel Macron. Dai primi fuochi di Le Pen padre è cambiata inoltre la geografia del mondo: è crollata l’Unione Sovietica, è nata la Cina come la conosciamo oggi, ci sono state la guerra in Jugoslavia e le primavere arabe, sono state abbattute le Torri Gemelle, gli Stati Uniti hanno invaso l’Iraq, è scoppiata una pandemia. Infine, due mesi fa la Russia ha invaso l’Ucraina.

Ma per i Le Pen tutto procede come se nulla fosse accaduto. Forse è per questo che si intendono così bene con Putin, che sogna un passato zarista e imperiale. Guardano indietro e perdono.

L’unico risultato che ottiene Marine Le Pen è quello di far scivolare sempre più a destra Macron e di consegnare così voti all’opposizione di Mélenchon.

Non possiamo prevedere chi si candiderà alle prossime elezioni del dopo Macron, ma di sicuro ci sarà un Le Pen pronto a sfidarlo. E a perdere.

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