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Le tre cose da fare subito dopo la sconfitta

  • C’è una leader in sella che rivendica discontinuità. Ma un partito non si regge su una logica maggioritaria. Ha bisogno di cercare sempre la sintesi migliore tra le idee e le proposte che quella comunità è in grado di produrre.
  • Recuperiamo l’anima del migliore centrosinistra di questi trent’anni, la spinta dal basso generata dal primo Ulivo di Romano Prodi e Walter Veltroni. Allora furono i “Comitati per l’Italia che vogliamo”. Non si può ripartire dall’attesa beckettiana di piazze e palchi dove Conte accetti di salire in compagnia del Pd- Senza una larga alleanza sociale e culturale, l’alternativa è lontana.
  • Il Pd, tra i pochi partiti rimasti a presidiare un po’ di territorio, non ha di che pagare le spese per aprire le sue sedi. Il disegno inquietante della destra si contrasta restituendo la politica al popolo

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